Sull’autorevolezza dell’analista

di Paolo Migone

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Riporterò alcuni appunti sulla autorevolezza dell’analista che scrissi tempo fa, quando due colleghe di Roma (Marisa Malagoli Togliatti e Anna Cotugno) mi chiesero di collaborare a un libro sulla esperienza analitica vista “dall’altra parte”, cioè dai pazienti [Scrittori e psicoterapia. La creatività della relazione terapeutica. Roma: Moltemi, 1998]. Continua a leggere

Al di là della finzione: il “c’è” del sembiante

di Sabrina Di Cioccio

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«La verità è godere a far sembiante e non ammettere in nessun caso che la realtà di ognuna di queste due metà predomini se non affermandosi come appartenente all’altra, ossia mentendo a getti alterni. Tale è il semi- detto della verità» (Lacan J., p.141, 1971).

In che modo trattare qualcosa del sembiante?

Sostando un po’, poco, su un titolo che solletica: Much ado about nothing.

Molto rumore per nulla, per un “no- thing” che nello slang elisabettiano allude al non- cosino delle donne, quel cosino da nulla da cui l’inganno, l’equivoco, la farsa: insomma, il gran rumore dei personaggi della scena che sembrerebbe avere a che fare con una verità di cui l’uomo non sa ridere, e in funzione della quale non riesce proprio ad affrancarsi da pene- adoes- inutili- about nothing (Fusini, 2009).  Continua a leggere

Non è un paese per specchi

di Salvatore Agresta

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L’ingranaggio della nostra umana esistenza è refrattario a una cosa soltanto: l’unità.
Martin Buber

Guerre intestine

È possibile individuare nel bambino i segni di un’operazione precorritrice del pensiero? È pensabile che un feto possa cercare di liberarsi da sensazioni spiacevoli, ad esempio cambiamenti di pressione nel mezzo acquoso? Vi è cioè modo di ipotizzare qualcosa che, prima del trauma della nascita e indipendentemente dalla reverie materna, inauguri una forma di elaborazione pre-natale, un protopensiero? Continua a leggere

Nostalgia: e come portati via si rimane.

di Andrea Ludovica Februo

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Quando ogni luce è spenta

E non vedo che i miei pensieri,

Un’Eva mi mette sugli occhi

La tela dei paradisi perduti

(Giuseppe Ungaretti)

L’esilio è, per eccellenza, la condizione del sentire nostalgico. Ma qual è il nostro esilio? Quali i paradisi perduti cantati da Ungaretti? Perché ci sentiamo “mancanti”, nostalgici, incompleti? Cos’è la “nostalgie d’un pays qu’ on ignore” di cui parla Baudelaire?  Continua a leggere

Ritagli di silenzi

di Gabriella Marulli

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Le tematiche che vengono proposte non appartengono al gergo sistemico, dove le parole maggiormente usate sono confini, alleanza, triangolazione… a volte occorre pensare altre parole per tentare delle corrispondenze con il proprio modello di appartenenza. Anzi, l’idea di pensare il silenzio in ottica sistemica, mi consente una riflessione sull’uso che di fatto faccio di un tema che non afferisce in maniera diretta al proprio modello terapeutico ma alla propria indole e che diventa in qualche modo autoreferenziale al modo in cui uso il silenzio in stanza di terapia.  Continua a leggere

L’invidia: tra Eros e Thanatos

di Valeria Seccia

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Spesso mi trovo a fare delle lunghe passeggiate nella mia città; mi piace osservare, guardare le persone che camminano, alcune con un ritmo frenetico e altre che vanno con più calma, amiche ed amici che entrano nei negozi, si raccontano le loro giornate, e poi, soprattutto nei mesi caldi, adoro respirare l’aria di primavera, il profumo dei fiori, le farfalle dai tanti colori, e questo mi fa stare di buon umore.  Continua a leggere

Il paradosso psicoanalitico

di Vincenzo Tozzi

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“Sono triste là fuori , nella strada dove si accumulano le casse.[…] Ma tento di dare l’idea di ciò che sento, un miscuglio di varie specie di io e della strada estranea che, proprio perché la vedo, anch’essa, in modo sotterraneo che non so analizzare, mi appartiene, fa parte di me.”
(Fernando Pessoa, “Il libro dell’inquietudine”)

Consideriamo il fatto che la psicoanalisi è una scienza all’interno della quale, l’oggetto e il soggetto della conoscenza sono identici. C’è una mente (dell’analista) che osserva un’altra mente (dell’analizzando).  Continua a leggere

Responsabilità. L’assenza dell’immagine paterna.

di Venicio Perilli

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Nell’editoriale del numero di Impronte, dedicato a L’autorità è scritto che la stretta correlazione con l’etica e la responsabilità chiama potentemente in causa la funzione paterna. In questo lavoro voglio dare ascolto alle parole del direttore ed impegnarmi nel rintracciare le relazioni tra responsabilità e immagine del Padre. Continua a leggere

Autorità e auto-organizzazione

di Roberto Filippini

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Chissà perché alla parola “autorità” viene fatto spontaneamente di pensare, nel bene e nel male, a condizionamento, coartazione, spegnimento, oppure, in termini sistemici, ai vincoli di un sistema, che sono limite e insieme condizione delle possibili emergenze.  Continua a leggere

La psicoterapia esprime una sua etica?

di Paolo Notarfranchi

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Con psicoterapia intendo un fenomeno unitario, una cura psicologica che va dalla consulenza della durata di poche ore fino al trattamento che si prolunga negli anni per molte centinaia di ore, durante le quali si ha lo scandaglio del cosiddetto inconscio e si sviluppa un interminabile scontro erotico e di potere denominato transfert / controtransfert; un gioco asimmetrico che – secondo la lezione di Levi-Strauss – termina con l’uccisione di uno dei due contendenti.  Continua a leggere