Sogno o son desto?

di Giustino Galliani.

“Mi trovavo in una tipografia illuminata da una luce bianca ed intensa”. Osservo la bianca con la volta del soffitto. La linea comincia ad ondulare, come se fosse un serpente, un’onda, scintillante con i riflessi della bianca luce.

Il movimento ondulatorio verso l’alto, sempre più intenso, fa sì che qualcosa di incandescente spicchi un salto verso il pavimento. Provo un’intensa emozione:sembra un incrocio tra un montone ed una capra, con riccioli di lana che gli ricoprono la testa. Il muso marrone e gli occhi fissi evocano una sfinge.

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Dal seno al sogno attraverso l’illusione

di Valentina Pieramico

pieramico

 

“Sognai che eravamo a Londra, nel nostro negozio preferito, dove c’era una scalinata circolare che collegava i vari piani. Correvamo su e giù per queste scale afferrando delle cose qua e là per farne dei regali di Natale ai nostri amici. Ce la spassavamo un mondo, sapendo che, come al solito, avremmo finito per tenere la maggior parte delle cose per noi. Improvvisamente, mi resi conto che Donald era vivo e pensai con sollievo: “Ora non mi dovrò più preoccupare per i biglietti di Natale! Poi stavamo seduti al ristorante, bevendo il caffè del mattino, come al solito (in effetti andavamo sempre a prendere il caffè al bar la mattina del sabato). Stavamo uno di fronte all’altra con i gomiti sul tavolo, quando io lo guardai dritto in faccia e gli dissi: “Donald, c’è qualcosa che dobbiamo dirci, qualche verità che dobbiamo dire. Che cos’è?” Con i suoi occhi azzurrissimi fissi nei miei, disse: “Che questo è un sogno”. Io risposi lentamente: “Ma sì, certo, tu sei morto. Sei morto un anno fa”. Ripeté le mie parole: “Sì, sono morto un anno fa”.
Fu con questo sogno di gioco che riuscii a sperimentare la vita e la morte, la sua e la mia, come una realtà” (Winnicott, 1995, p. 26).  Clare Winnicott
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L’eroe, la fanciulla e il mostro. Identità, alterità e alienità.

di Alberto Panza

immagine Panza

Il Novecento ha lasciato un’eredità scomoda e difficile da gestire. Attraverso una serie di passaggi -variamente definiti come “crisi dei fondamenti”, “pensiero debole”, “decostruzionismo”- sono stati relativizzati molti principi che sembravano assiomatici e indiscutibili, tra cui quelli posti a fondamento di un pensiero della differenza a proposito di femminilità e mascolinità. Continua a leggere