di Salvatore Agresta
Schiacciati dal dominio della parola-strumento, troppo spesso confusa col linguaggio (e con i suoi svariati registri). Questa consapevolezza da tempo accompagna la mia partecipazione all’avventura di Impronte. Gli amici e colleghi della redazione, chi più chi meno, mi sembrano condividere la sensazione da “vestito troppo stretto” di una psicoterapia professionalizzata, standardizzata e regolamentata come una qualsiasi altra tecnica d’apparato, attività ove regna la parola-strumento che si vuole efficace, efficiente, rispondente, risolutrice (“parole sante…”). Continua a leggere
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