Dall’impasse all’O-nirico e viceversa

di Donatello Giannino

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Il colore è un mezzo per esercitare sull’anima
un’influenza diretta.
Il colore è un tasto,
l’occhio il martelletto che lo colpisce,
l’anima lo strumento dalle mille corde.

(Kandinskij)

Queste le parole che il pittore Vasilij V.Kandinskijha usato per dare una definizione ai colori, colori che usava o meglio che ascoltava chiacchierare mentre li mescolava, come un abile cuoco mentre mescola i suoi ingredienti.

I colori, potenti come un suono melodioso delle note di una composizione musicale, o leggere parole di versi di una poesia, sono capaci di arrivare dritti all’anima.

Per ogni colore il pittore attribuisce una tempera sensoriale ed emotiva che si genera in chi li osserva.

Kandinskij suddivide la sua opera astratta in tre categorie: impressioni, improvvisazioni e composizioni.
Curiosa questa suddivisione se si pensa al fatto che per poter arrivare a sentire una emozione si deve passare per la sensazione, una improvvisa intuizione di ciò che sta avvenendo e il suo riconoscimento, tale per cui si può rendere armonico, si può comporre quel chiacchiericcio di colori che sono giunti all’anima.

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