Gli odori della stanza d’analisi

di Alessandra Mosca

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È una calda giornata di inizio agosto. Parcheggio, scendo dalla macchina refrigerata dall’aria condizionata e vengo accolta da un gran caldo che mi fa immaginare che ci sia un fon acceso, senz’aria, solo il calore mi avvolge e per un attimo mi manca il fiato.  Mentre mi dirigo verso il portone del palazzo del mio studio, a passo svelto, quasi a voler fuggire da quel caldo soffocante, riesco a sentire il profumo dell’estate, il profumo del sole, del caldo che si mischia all’odore dell’asfalto e dell’aria bollente.

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