L’invidia comincia nei sogni (forse)

 di Laura Grignoli

Il Re: “Ho notato che molti dei miei sudditi mi guardano con odio. E forse che li odio, io?”.

Lei: “Dev’essere solo invidia”. 

Il Re: “E nemmeno li invidio, io”

(il Mago Wiz nelle strisce di Brant Parker e Johnny Hart)

Difficile scrivere su un’emozione. Dovrei essere capace di tradurre in linguaggio della ragione quello che si esprime in un alfabeto corporeo, nonostante e/o malgrado noi. Ci provo e mi imbatto subito nel problema:  affidarsi alle certezze delle risposte già date o all’inquietudine delle domande a cui certamente non saprei rispondere? Gli esploratori dell’anima, così potrei ritenere la sfida di essere  psicoterapeuti, si muovono sempre su un terreno contraddittorio dove ogni dimensione del territorio esplorato è ambigua e ogni certezza è provvisoria.

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Le proprietà immaginali dell’invidia

 

di Riccardo Brignoli

immagine Brignoli 

“Nemica di te stessa, invidia rea,

tu gli animi consumi, 

come ruggine il ferro”.

Pietro Metastasio

 Il poeta latino Ovidio nelle sue Metamorfosi propone una descrizione dell’invidia molto esauriente: “Il pallore le sta steso sul volto, macilenta in tutto il corpo, mai uno sguardo diritto, ha i denti lividi e guasti, il petto verde di fiele, sulla lingua una patina di veleno. Mai un riso, se non suscitato dalla vista del dolore, e neppure conosce il beneficio del sonno, sempre agitata com’è da pensieri che la tengono desta; con dispiacere vede i successi della gente, e al vederli si strugge, e rode gli altri e insieme rode se stessa, e questo è il suo tormento (Ovidio, 1979, p. 85, libro II°, vv. 775-783)”.   Continua a leggere

Il marchio di Caino

di Pierluigi Franceschini

 immagine Franceschini

 Invidia deriva dal verbo latino invidere (da cui il derivato invidiare), ovvero “guardare (videre) con sguardo bieco” (in– con senso negativo) con i suoi derivati aggettivali invidu(m) e invidiosu(m). In greco viene utilizzato il termine phthonos che nella visione del Nuovo Testamento assume il significato di vita non redenta. In ebraico il termine che designa l’invidia è qin’ah, cioè cottura, riscaldamento, in quanto ricorda il rossore del viso di colui che prova dispiacere perché gli altri hanno ciò che egli desidera. Continua a leggere

L’invidia: tra Eros e Thanatos

di Valeria Seccia

immagine Seccia

Spesso mi trovo a fare delle lunghe passeggiate nella mia città; mi piace osservare, guardare le persone che camminano, alcune con un ritmo frenetico e altre che vanno con più calma, amiche ed amici che entrano nei negozi, si raccontano le loro giornate, e poi, soprattutto nei mesi caldi, adoro respirare l’aria di primavera, il profumo dei fiori, le farfalle dai tanti colori, e questo mi fa stare di buon umore.  Continua a leggere