La relazione in stanza d’analisi (..dall’ io, al noi..)

di Valentina Orsini

Il piccolo principe: – Cosa vuol dire addomesticare-? La volpe: – E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami – Che bisogna fare? – domandò il piccolo principe.  – Bisogna essere molto pazienti – rispose la volpe. -I n principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino… – Tu fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E io non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono che per te una volpe uguale a centomila volpi. Ma se mi addomestichi noi avremo bisogno l’uno dell’altro…!

Mi sono imbattuta nel piccolo principe un giorno comune a tanti altri giorni per caso, e mi sono detta: “che storia triste questa, per fortuna il piccolo principe ha incontrato molti amici nel suo lungo viaggio, altrimenti da solo come avrebbe fatto.”?

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Lo spazio della relazione: dal reale al virtuale.

di Raffaella Antonucci

immagine Antonucci

 

Probabilmente nessuno  avrebbe potuto prevedere l’arrivo di una pandemia come quella che ha invaso il nostro mondo e le nostre vite nel giro di pochissimo tempo.

Una pandemia in cui il contatto con l’altro diventa pericoloso e potenzialmente letale. Bisogna stare a più di un metro di distanza dalle altre persone, indossare mascherine, stare a casa il più possibile per evitare di contagiare ed essere contagiati. Continua a leggere

L’orecchino

di Claudio Merini

immagine Merini

Delusione, sorgente limpida e lenta della malinconia,

quante volte mi hai dissetato tra i miraggi di questo deserto!

 

– Ieri sono stata molto male… Ho fatto una cosa che non dovevo fare. Lo sapevo, ma l’ho fatta lo stesso.

(Silenzio)

– Rimettendo a posto il ripostiglio, ho trovato quella borsa. Anni fa l’avevo nascosta lì. Non me ne ricordavo più… Però era chiusa a chiave. Sa, quelle borse da ufficio che hanno una serratura. Era ricoperta dalla polvere. Quando l’ho vista ho avuto un tuffo al cuore… Continua a leggere

Conversazione aperta

di Claudio Merini

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Il vecchio saggio osservava la folla dei ragazzi rumoreggianti e all’improvviso capì di essere il solo lì dentro a possedere il privilegio della libertà, perché era vecchio… Egli è solo con la sua morte vicina e la morte non ha orecchie né occhi, lui non ha bisogno di piacerle; può dire e fare quello che gli va di dire e di fare.

(Milan Kundera, La vita è altrove.)

Uno studio in penombra. Seduto in poltrona, accanto a una finestra, un uomo sulla settantina sfoglia una rivista di psicologia. In sottofondo si sente il canto degli uccelli al tramonto. Sul tavolino di fianco alla poltrona c’è un libro di poesie di Mario Luzi: “Dottrina dell’estremo principiante”. Qualcuno bussa alla porta.  Continua a leggere