Sulla utilità di una pratica flessibile in psicoterapia

flessibilitaCome si possa far passare un messaggio selezionando accuratamente quali opere di un autore divulgare oppure no, l’ho imparato un po’ alla volta. Sto parlando di Freud e della sua opera; di come i suoi successori, allievi e familiari, abbiano costruito un’ortodossia che ancora oggi tenta di preservare se stessa nascondendo, o ignorando più probabilmente, alcuni degli scritti del padre della psicoanalisi e della psicoterapia in genere. Continua a leggere

Il linguaggio dell’integrazione

di Giuseppe Altieri

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Il mio percorso formativo è di tipo integrato. Sono ormai 4 anni che studio svariati modelli psicoterapeutici, con le loro peculiari tecniche, le loro metodologie operative, i loro protocolli d’intervento e il loro linguaggio. Non è facile districarsi in questa Babele, spesso mi ritrovo confuso; ci sono modelli che addirittura sono antitetici tra loro, si escludono a vicenda. Continua a leggere

Il perpetuo principiante*

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Inizio a scrivere la mia tesi di specializzazione con uno stato d’animo ambiguo, quasi conflittuale. Sarà perché essa rappresenta la chiusura di un percorso, sarà perché era da tanto che aspettavo di iniziare a scriverla, sono allo stesso tempo dispiaciuto e contento. Penso: “Mi toccherà integrare queste emozioni e decidere il piano d’azione”. Già! L’integrazione è stata l’idea che mi ha accompagnato in tutti questi anni di scuola. Integrazione a più livelli: emozionale, comportamentale, concettuale-teorico. Non per niente mi accingo a specializzarmi in psicoterapia umanistica-integrata e mi rendo conto di quanto sia stato fortunato, lungimirante e oculato, quando nel lontano 2006 decisi di presentarmi alla selezione per la scuola quadriennale. Non ero sicuro della mia scelta e avevo paura di non riuscire a superare “l’esame” al quale avrei dovuto sottopormi. Continua a leggere