Uno sguardo dal di fuori

di Claudio Merini

Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l’apparente non-comunicazione con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore.

(Emil Cioran)

Oggi non si vede ancora nessuno. Strano. Lui passeggia avanti e indietro come fa di solito quando è in attesa. È abbastanza infastidito dai ritardi. La sua origine nordica si fa ancora sentire. Ecco, lo sapevo, ha preso le palline da giocoleria e prova la cascata col passaggio esterno, quella che gli riesce meno bene. Non credo che i pazienti se lo immaginino in questa veste. Gli viene un’aria da ragazzino quando fa volare in aria le palline, a dispetto delle giunture arrugginite. Ha imparato due anni fa. All’inizio occupava tutti gli intervalli tra un paziente e l’altro per arrivare a padroneggiare le prime figure. Si vede che patisce la sedentarietà del suo lavoro e magari rimpiange di non aver fatto una carriera circense. Oggi non è in grande forma: i movimenti non sono abbastanza sciolti e le palline finiscono spesso a terra. Ormai lo conosco bene, sono più di quindici anni che lo osservo con la stessa attenzione con cui lui osserva me. Io invece sono tutto bagnato e mi sento rivitalizzato. Questa è una stagione florida per me, dopo l’aridità estenuante dell’estate. Le piante tornano a produrre foglie e fiori, come in una seconda lieve primavera, l’odore della terra umida mi pervade e i colori del mio vestito si fanno più intensi sotto la luce moderata del sole. Quanto diventa più facile la vita vegetale col calare delle temperature, prima del lungo riposo invernale! Queste estati sempre più calde sono estenuanti. Tutti i miei ospiti soffrono, si stingono, si prosciugano. E gli uomini e le donne che vengono qui, anche loro, si vede, sono messi a dura prova.

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Fragile come la bellezza

di Claudio Merini.

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Bellezza, l’ultima vittoria possibile dell’uomo che non ha più speranza

(Milan Kundera, L’arte del romanzo)

Elena arriva puntuale, come suo solito. Appoggia la borsa di stoffa e un giubbino variopinto sulla poltrona. Sta per sdraiarsi sul lettino quando si blocca, guarda verso il carrello su cui è poggiato un vaso con un mazzo di gerbere. Sembra indecisa. Infine si stende sul lettino.

  • Dottore, scusi, posso fare una cosa?
  • Cosa?
  • È più forte di me. Non sono un’esperta di ikebana ma quei fiori… potrebbero essere molto più belli da vedere.
  • I fiori?
  • Sì, le sue gerbere.
  • Cosa hanno di particolare?
  • Scusi se mi permetto, ma sono disposte male. Posso aggiustarle?
  • Se non lo facesse?
  • Mi sentirei inquieta.
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Al di là del bene e del male. Ovvero l’etica dello psicoterapeuta.

di Claudio Merini

Il distacco è la misurata risposta dello scettico alla visione della caducità che pervade e domina tutto il reale. Egli vede che nulla resta, nulla è persistente, che tutto è destinato alla fine a tramontare: le cose, in tutta la loro ricca varietà, e gli uomini, nella loro multiformità e nei loro molteplici rapporti col mondo e con se stessi. (Wilhelm Weischedel)

Premetto che in questo articolo non affronterò questioni relative all’etica professionale e al codice deontologico o comunque non lo farò in modo diretto. Cercherò invece di enucleare quei valori che mi pare diano forma al mio essere psicoterapeuta.

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Come in un letto d’ospedale

di Claudio Merini

Quello che ti è impossibile è guardare avanti e immaginare te stesso che guarda indietro dal punto che avrai raggiunto nel futuro. Conoscere le emozioni nuove portate dal tempo. (Julian Barnes, Il senso di una fine)

– Insomma è successo di nuovo: mi ha mollato da solo a portare a termine il lavoro che avrebbe dovuto fare lei. Ha sempre qualche scusa per defilarsi e sempre quando si deve concludere. Lei è quella che ha le idee – che spesso non funzionano – poi lascia gli altri a risolvere i problemi reali. Sono davvero stufo. Mi sento sfruttato, come al solito.

(Silenzio)

Mi piacerebbe che dicesse qualcosa… invece niente. Anche qui devo fare tutto io… Analista cercasi. Perché sta zitto? Aspetta che aggiunga qualcosa?

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Sotto i calcinacci

di Claudio Merini

Rispetto alla lacerazione, l’ironia è l’annuncio di un’armonia possibile; e rispetto all’armonia è la coscienza della lacerazione reale. L’ironia avverte sempre del rovescio della medaglia. (Italo Calvino)

Oggi ha quel tono vagamente ironico che mi dà sui nervi. Scherza sui miei problemi. Vorrei vedere se li avesse lui i miei problemi. Dovrei dirglielo che mi dà fastidio, ma non ho il coraggio di farlo… Temo di fare la figura della permalosa.

– A cosa sta pensando?

Ecco, lo sapevo. Sembra avere un sesto senso.

– A niente di particolare. Mi passavano in mente cose varie.

(Silenzio)

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Solo anima e spirito

di Claudio Merini

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La nostra vocazione dispone di noi, anche se non la conosciamo ancora; è il futuro che stabilisce la regola del nostro oggi.

(Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano.)

 – Salve, dottore

– Buongiorno.

– Eccomi qui. Mi vede?

– Certo che la vedo.

– Allora oggi non è traviato dal materialismo – dice l’uomo accomodandosi in poltrona mentre l’analista si siede sul divanetto disposto perpendicolarmente alla poltrona. – Il materialismo ha distrutto la capacità dell’uomo di vedere. Siamo intossicati dai beni di consumo, invasi dai corpi. Scambiamo l’apparenza per essenza. È d’accordo?

– Direi di sì. Continua a leggere

Il difetto

di Claudio Merini

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Se non proviamo con tutte le forze a sentire ciò che sente un altro, come riusciremo a raccontare la sua storia?
(A pesca nelle pozze più profonde, Paolo Cognetti)

Il campanello suona quando mancano pochi minuti alle sedici. Un po’ più forte del solito e con qualche minuto di anticipo, pensa l’analista. Apre il portoncino e nel salutarla capisce subito che oggi Daniela è particolarmente turbata. I suoi passi verso lo studio sembrano incerti, l’equilibrio precario. Si stende sul lettino e prende dalla borsetta il fazzoletto. Continua a leggere

Il giocatore

di Claudio Merini

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Il linguaggio è un traditore, un agente segreto doppiogiochista che scivola inavvertito tra un confine e l’altro nel cuore della notte.

(Jonathan Coe)

Il sole si è insinuato tra le nuvole e improvvisamente i raggi hanno fatto irruzione nella stanza, andando a posarsi sul corpo dell’uomo steso sul lettino.

– Ecco, baciato dal sole… Un colpo di fortuna è proprio così: ti tocca quando meno te lo aspetti e ti senti felice come un bambino che ha appena ricevuto un dono inaspettato. Si tenta la sorte per tornare a provare le emozioni dell’infanzia. Questi raggi che mi sono piovuti addosso forse sono il presagio di un evento buono nella mia giornata d’azzardo… Lei non crede a queste cose, vero? Continua a leggere

Il misantropo

di Claudio Merini

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La ragione vince sempre le scaramucce, ma mai una battaglia che conti.

(Qui pro quo, Gesualdo Bufalino)

– Ma ha visto l’ultimo sondaggio elettorale, quello che dà la Lega al 32 e mezzo per cento?

(Silenzio)

– Perché non mi risponde?

– Pensavo fosse una domanda retorica e aspettavo che aggiungesse qualcosa.

– Beh, quello che c’è da aggiungere è che gli italiani si sono bevuti il cervello. Ho visto un filmato della visita di Salvini a Viterbo in mezzo a due ali di folla osannanti, accolto come fosse il salvatore della patria. Roba da rabbrividire. Fino a poco tempo fa la Lega a Viterbo prendeva meno dell’uno per cento. Incredibile. Continua a leggere

Una vita da buttare

di Claudio Merini

immagine Merini

Che cosa strana la vita – quel misterioso organizzarsi di una logica implacabile per un futile obiettivo. Il massimo che potete sperarne è una certa conoscenza di voi stessi – cui arrivate troppo tardi – una messe di rimpianti inestinguibili.

(Cuore di tenebra, Joseph Conrad)

– Buonasera, dottore.

– Si accomodi.

Il paziente si toglie il soprabito e lo appende all’attaccapanni. Appoggia la borsa da ufficio per terra e si stende sulla chaise longue. L’analista intanto si è seduto sulla poltrona dietro la chaise longue. Prende il blocco degli appunti e la matita con cui è solito scrivere. Ha una passione particolare per l’odore della grafite. Continua a leggere