L’orecchino

di Claudio Merini

immagine Merini

Delusione, sorgente limpida e lenta della malinconia,

quante volte mi hai dissetato tra i miraggi di questo deserto!

 

– Ieri sono stata molto male… Ho fatto una cosa che non dovevo fare. Lo sapevo, ma l’ho fatta lo stesso.

(Silenzio)

– Rimettendo a posto il ripostiglio, ho trovato quella borsa. Anni fa l’avevo nascosta lì. Non me ne ricordavo più… Però era chiusa a chiave. Sa, quelle borse da ufficio che hanno una serratura. Era ricoperta dalla polvere. Quando l’ho vista ho avuto un tuffo al cuore… Continua a leggere

Il pollice paterno, “Nahrungseinfuhr ” di un’adolescente anoressica[1]

di Jean-Luc Vannier

traduzione di Donatello Giannino

Dieting.

The grain of truth contained in this fantasy lies in the fact that the father has actually, by his innocent caresses, aroused the sexuality of the little girl during the infancy.” Sigmund Freud[2]

 

Quando entra nella sala d’attesa con i suoi genitori, la ragazza di quindici anni, la chiameremo Isabella, offre un forte contrasto: da un lato, un corpo fragile, una pelle pallida, nonostante i colori portati dal sole estivo. D’altra parte, l’intensità, per non dire la durezza dello sguardo. Sotto la vigile attenzione della ragazza, la madre spiega: “Questo appuntamento è su richiesta di mia figlia” l’appuntamento è stato preso dopo che quest’ultima ha riconosciuto che “tutti i suoi problemi sono sfuggiti al suo controllo”.  Continua a leggere

Improvvisazioni guidate ad arte. Intervista con contrattempo a Laura Grignoli.

di Salvatore Agresta

immagine Artelieu

            Schiacciati dal dominio della parola-strumento, troppo spesso confusa col linguaggio (e con i suoi svariati registri). Questa consapevolezza da tempo accompagna la mia partecipazione all’avventura di Impronte. Gli amici e colleghi della redazione, chi più chi meno, mi sembrano condividere la sensazione da “vestito troppo stretto” di una psicoterapia professionalizzata, standardizzata e regolamentata come una qualsiasi altra tecnica d’apparato, attività ove regna la parola-strumento che si vuole efficace, efficiente, rispondente, risolutrice (“parole sante…”).  Continua a leggere

Il lutto bianco della relazione: il difficile viaggio del familiare di un paziente affetto da demenza di Alzheimer.

di Alessandra Mosca e Donatello Giannino

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L’arte di perdere non è difficile da imparare; così tante cose sembrano pervase dall’intenzione di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento delle chiavi perdute, dell’ora sprecata. …

L’arte di perdere non è difficile da imparare. … Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato).

Questa è la prova. È evidente, l’arte di perdere non è difficile da imparare, benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.

Elisabeth Bishop Continua a leggere

Segreti con i denti

di Dana Vanni

 immagine Vanni 2Questo è il nostro segreto profondo/ radice di tutte le radici/ germoglio di tutti i germogli/ e cielo dei cieli/ di un albero chiamato vita,/ che cresce più alto/ di quanto l’anima spera,/ e la mente nasconde.

(Edward Estlin Cummings)

Utilizzo le parole di Cummings per indagare la linea sottilissima che divide il segreto della vita dal segreto, ben più pericoloso, della morte. Continua a leggere

L’odio per il diverso

di Anna Di Tullio e Daniele La Licata

 immagine La Licata

…Oppure accadeva che non si giungesse mai a una vera riconciliazione, che la mamma semplicemente mi proteggesse di nascosto, mi desse qualcosa di nascosto, mi permettesse qualcosa, e allora davanti a te ero di nuovo quell’essere sinistro, quell’imbroglione cosciente della sua colpa che, per la sua nullità, poteva giungere solo per strade tortuose anche a quello che riteneva un suo diritto.

Lettera al padre, Franz Kafka

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Falsificazione delle emozioni e falso sé: alcuni aspetti fisiologici dimenticati.

di Andrea Seganti e Pier Christian Verde (1)

immagine Seganti

Succede spesso nella pratica psicoanalitica di riscontrare una carenza di autenticità nelle persone che andiamo curando, una carenza che viene oggi spiegata come una difesa per evitare di entrare in una relazione intima (Winnicott, 1965, Kohut, 1970).  Continua a leggere