di Riccardo Brignoli
“Nemica di te stessa, invidia rea,
tu gli animi consumi,
come ruggine il ferro”.
Pietro Metastasio
Il poeta latino Ovidio nelle sue Metamorfosi propone una descrizione dell’invidia molto esauriente: “Il pallore le sta steso sul volto, macilenta in tutto il corpo, mai uno sguardo diritto, ha i denti lividi e guasti, il petto verde di fiele, sulla lingua una patina di veleno. Mai un riso, se non suscitato dalla vista del dolore, e neppure conosce il beneficio del sonno, sempre agitata com’è da pensieri che la tengono desta; con dispiacere vede i successi della gente, e al vederli si strugge, e rode gli altri e insieme rode se stessa, e questo è il suo tormento (Ovidio, 1979, p. 85, libro II°, vv. 775-783)”. Continua a leggere
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