Il silenzio del bianco

di Laura Grignoli

Photo by Eternal Happiness on Pexels.com

Il bianco, che si ritiene spesso un non-colore, appare come simbolo di un mondo da cui tutti i colori, in quanto proprietà materiali e sostanze, sarebbero spariti. Questo mondo è talmente al di sopra di noi che non ce ne perviene nessun suono. Ne arriva un grande silenzio che ci appare rappresentato materialmente come un muro freddo all’infinito, insuperabile, indistruttibile. È perché il bianco agisce ugualmente su di noi, sulla nostra psiche, come un grande silenzio assoluto per noi. Riassume interiormente come un non-suono, che corrisponde sensibilmente a certi silenzi in musica; quei silenzi non fanno che interrompere momentaneamente lo sviluppo di una frase, senza marcarne il compimento definitivo. È un silenzio che non è morte, ma pieno di possibilità. Il bianco suona come un silenzio che potrebbe essere immediatamente compreso. È un nulla che è giovane o, più esattamente, un niente prima della nascita, prima dell’inizio. Aggiungerei piuttosto prima del ricominciare. (Dello spirituale nell’arte, W.Kandinsky)

Al Caffè del Silenzio i vetri sono doppi e tutti stanno seduti da soli o in due, lo impone la regola. La regola del Caffè del Silenzio è il silenzio. È un voto obbligatorio anche per le coppie. Non ci sono dolci e la musica è sotto la soglia dell’udibile, immaginaria. Ci vanno tutte le teste riscaldate dal dolore e dalla tristezza che con le parole non ce la fanno più. Dicono che vanno al Silenzio e incominciano a tacere sin  da casa. Il sangue, al Silenzio, ritorna al suo posto e riprende la giusta direzione. (G.Todde)

In questo caffè mi rifugio quando la compagnia è troppa. Quando i pensieri fanno troppo rumore. Ognuno ha il suo Caffè del Silenzio.

Continua a leggere