Rispecchiamento e interpretazione: riflessioni teoriche e cliniche

“Ambiente e identificazione: alle radici del processo di soggettivazione”

Di Giulia Lollobrigida

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Winnicott, nel suo articolo “La funzione di specchio della madre e della famiglia nello sviluppo infantile”(1967), dopo aver elencato le funzioni che deve assolvere l’ambiente nei primi mesi di vita del bambino (holding, handling, object presenting) si chiede: “Ora a un certo punto viene il momento in cui il bambino si guarda intorno. Che cosa vede il bambino? Che cosa vede il lattante quando guarda il viso della madre?” e risponde “Secondo me ciò che il lattante vede è sé stesso”.

L’autore ipotizza poi che, se i lattanti fanno esperienza ripetuta di guardare il volto della madre e non vedere sé stessi ma di scorgere il volto reale, ci saranno delle “conseguenze”.

Quali sono queste conseguenze?

Ad essere minato è il senso di esistenza del bambino che viene privato di quell’esperienza di corrispondenza che convalida le sue sensazioni, che rappresentano tutta la sua esperienza disponibile. Se è visto, allora esiste. E’ reale. Quel piacere è reale. Quel dolore è reale.

“Quando guardo sono visto, così io esisto.

Ora posso permettermi di guardare e di vedere” (Winnicott, 1967).

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LA CONSULTAZIONE PSICOANALITICA, UN INCONTRO TRA SOGGETTIVITA’

Di Alessandra Mosca

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La consultazione psicoanalitica rappresenta un momento cruciale, non solo per la diagnosi, ma per l’attivazione di un campo relazionale e trasformativo. A differenza della consultazione medica tradizionale, questo spazio si configura come un incontro emotivo, fenomenologico, in cui la modalità del racconto e dell’ascolto hanno un valore osservativo e terapeutico. La prima consultazione è un evento unico, denso di significati non sempre immediatamente accessibili alla coscienza, e può offrire un accesso privilegiato alle dinamiche inconsce del paziente.

La consultazione psicoanalitica, intesa come primo incontro tra paziente e analista, non è un semplice colloquio informativo, ma un vero e proprio spazio dinamico in cui si intrecciano le storie, le emozioni e le aspettative di entrambi. Secondo il modello di campo, sviluppato da autori come i coniugi Baranger e successivamente approfondito da Antonino Ferro e poi ancora da Giuseppe Civitarese, la situazione analitica è concepita come un campo bipersonale in cui paziente e analista co-creano un ambiente emotivo condiviso. Questo campo non è la somma delle esperienze individuali, ma una realtà nuova che emerge dall’interazione tra i due soggetti.

Il campo analitico si struttura su tre livelli: Il setting inteso come gli aspetti formali e contrattuali della situazione analitica. La relazione manifesta, cioè le interazioni verbali e non verbali tra paziente e analista. La fantasia inconscia bipersonale: il livello più profondo, costituito dalle identificazioni proiettive e introiettive reciproche, che danno forma a una realtà psichica condivisa. Secondo questo modello, l’analista non è un osservatore esterno, ma parte integrante del campo, influenzato e influenzante. Il controtransfert e le rêverie dell’analista diventano uno strumento prezioso per comprendere le dinamiche emergenti e per facilitare il processo di trasformazione del paziente.

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Sulla utilità di una pratica flessibile in psicoterapia

flessibilitaCome si possa far passare un messaggio selezionando accuratamente quali opere di un autore divulgare oppure no, l’ho imparato un po’ alla volta. Sto parlando di Freud e della sua opera; di come i suoi successori, allievi e familiari, abbiano costruito un’ortodossia che ancora oggi tenta di preservare se stessa nascondendo, o ignorando più probabilmente, alcuni degli scritti del padre della psicoanalisi e della psicoterapia in genere. Continua a leggere

Il metodo psicoanalitico

di Valentina D’Angelo

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“Tutto qui è cammino di un esaminante interrogante rispondere.
Ogni cammino corre sempre il rischio di diventare un erramento.
Il camminare per queste vie richiede che si sia esercitati alla marcia.
Ma l’esercizio richiede mestiere… ”
(da Lettera a un giovane studente di Martin Heidegger)

Dalla nascita della psicoanalisi sono ormai passati più di cento anni e possiamo affermare che essa sia stata ed è ancora uno dei più importanti, se non il più importante, sistema di pensiero che ha condizionato il clima culturale e filosofico del nostro secolo.  Continua a leggere

Il paradosso psicoanalitico

di Vincenzo Tozzi

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“Sono triste là fuori , nella strada dove si accumulano le casse.[…] Ma tento di dare l’idea di ciò che sento, un miscuglio di varie specie di io e della strada estranea che, proprio perché la vedo, anch’essa, in modo sotterraneo che non so analizzare, mi appartiene, fa parte di me.”
(Fernando Pessoa, “Il libro dell’inquietudine”)

Consideriamo il fatto che la psicoanalisi è una scienza all’interno della quale, l’oggetto e il soggetto della conoscenza sono identici. C’è una mente (dell’analista) che osserva un’altra mente (dell’analizzando).  Continua a leggere