di Giuseppe Bontempo
Oh, Kitty ! come sarebbe bello entrare nella Casa dello Specchio !
Sono sicura che ci sono delle cose meravigliose !
Facciamo finta che ci sia un modo per entrare,
Facciamo finta che il vetro sia diventato morbido come nebbia,
e che possiamo passare dall’altra parte.
Ecco, guarda: sta diventando una specie di brina.
Proprio in questo momento, te lo dico io !
Andare di là sarà facilissimo…
( Carroll L . Attraverso Lo Specchio e quel che Alice vi trovò )
E’ singolare trovarsi a riflettere sulla presenza di Impronte nel panorama della Psicologia in questi anni, ha superato l’età critica del cammino incerto dell’Editoria minore, l’abbiamo sostenuta con cura e dovizia di particolari e molti ci hanno accompagnato in questo progetto ma tante voci sono rimaste assenti e silenti a guardarla crescere con interesse o con indifferenza, manca all’appello molta ‘psicologia eclettica’ dell’area umanistica, tarda una condivisione più ampia delle innumerevoli esperienze e domina ancora l’insicurezza e la diffidenza a socializzare il fare e pensare in Psicologia.
Sei numeri, quasi trecento pagine stampate, un centinaio di articoli e contributi vari, tot percentuale di lavori nell’Area X un po’ carente l’Area Y … i Grandi Assenti dell’Area Fantasma Cognitiva-Comportamentale.
Numeri freddi da epigoni di Gauss.
Le atmosfere di bilancio sono d’obbligo in una celebrazione genetliaca, qualcuno le farà o forse no ! Un non compleanno per dirla con il Cappellaio Matto.
Domanda: ma piace Impronte ?
E’ una Rivista riflesso narcisistico del Comitato di Redazione e dei suoi collaboratori che si avvita su se stessa in una autoreferenzialità suicida oppure è apprezzabile e condivisibile nella sua collocazione osè, fuori da canoni ordinari, più narrativa che ‘scientifica’ ?
All’esordio della Rivista , nel connotare l’Area della Psicologia Umanistica, delineavo un viaggio da Psiconauta, l’idea dell’avventura era forse malcelata ma inevitabilmente sottesa , si ! perché nel viaggio è sempre implicita l’avventura, l’imprevedibile, la scoperta, il confronto, la curiosità.
Oggi vedo Impronte nelle vesti del Coniglio Bianco di Alice nel Paese delle Meraviglie, il borbottante Bianconiglio con panciotto e orologio sempre in ritardo, che stimola la curiosità, che avvia inesorabilmente Le Avventure, che con impertinente seduzione invita a seguirlo dentro il cunicolo buio dal percorso incerto e imprevedibile, penetrando nel mondo stravolto della sua avventura dove due più due sembra costantemente fare qualsiasi cosa tranne quattro.
Sembra impossibile, irreale ma anche una Redazione di una Rivista con belle teste pensanti e cervelli di rigogliosa cultura psicologica può determinare atmosfere incerte, dove il confronto e la riflessione gruppale sui manoscritti possono condurre a mondi straordinari in un inimitabile gioco di scomposizione della logica tradizionale che portano ad un rifiuto dello psicologhese.
I vivaci dibattiti sul materiale redazionale è stato il più proficuo risultato creativo che la Redazione abbia potuto produrre in questi anni di canonici Mercoledi, di antica memoria pavloviana, rituali serate segnate da un crogiuolo di idee , di assonanze, divergenze … quel che resta di quelle notti è il rimpianto di non aver dato corpo, con resoconto mimetico, alla narrativa di quegli incontri e oggi richiamarli alla memoria personale è impresa ardua, evocazione impossibile dal lieve amaro sapore di una cronaca mancata ormai vagante nei recessi dell’oblio. Quel che resta sono sensazioni.
Con tutto quel materiale deietico, oggi questo numero redazionale di Impronte avrebbe potuto dare l’immagine più completa del percorso di idee e di confronto delle diverse voci della Redazione, una cronaca della Redazione.
Impronte – Bianconiglio che avrebbe invitato il Lettore – Alice nel cunicolo di un sentiero incerto dove comincia e si entra nell’avventura, dove tutto è possibile.
Allora incontrare il linguaggio apparentemente non sense del Cappellaio Matto e della Lepre Marzolina, l’evanescenza del Gatto del Chesire, le precisazioni linguistiche del Bruco , il : << Tagliatele la Testa >> dell’impassabile redazionale della Regina di Cuori , avrebbe completato la conoscenza di Impronte al di là di Impronte Stampato, reso maneggevole l’impalpabile, concepibile l’assurdo.
I Lettori hanno potuto solo assaporare alcune atmosfere di questo mondo secondario, la parte visibile e stampata di una realtà che involontariamente abbiamo costruito intorno alla Rivista e che si è imposta come l’Anima di Impronte: la conversazione redazionale che si è delineata e che ci ha avvolto è un secondario mondo secondario, fatto di motivi inusuali, inneschi spontanei, idee abilmente provocate o casualmente accostate tratte dalle diverse esperienze.
Scelte coraggiose hanno indotto alla critica dei clichè teorici che per natura, e soprattutto in Psicologia, sono duri a morire perché rappresentano delle verità che infondono sicurezza; con altrettanta temerarietà proporre un clichè narrativo per un’assimilazione immediata orientata a collocare il lettore in un mondo secondario quasi mai scontato e palese.
Un’immagine mutuata dal libro di Lewis Carroll aiuta nella definizione di questo mondo secondario: l’episodio del Gatto del Chesire che, appollaiato su un albero, sotto gli occhi di Alice comincia a scomparire lentamente dalla punta della coda, finchè sull’albero rimane solo il suo grin , una sorta di gattesco sorriso.
Alice al Gatto del Chesire :
“ Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire da qui ? “
“ Dipende soprattutto da dove vuoi andare “ disse il Gatto.
“ Non m’importa molto… “ disse Alice.
“ Allora non importa che strada prendi “ , disse il Gatto.
“… purchè arrivi in qualche posto “ aggiunse Alice a mò di spiegazione.
“ Ah per questo stai pure tranquilla “ , disse il Gatto, “ basta che non ti fermi prima “
Alice trovò la risposta ineccepibile, e pertanto arrischiò un’altra domanda.
“Che tipo di gente abita da queste parti ? “
“ In quella direzione “, disse il Gatto agitando la zampa destra, “ abita un Cappellaio; e in quella “ , agitando l’altra zampa, “ abita una Lepre marzolina. Puoi andare a trovare l’uno o l’altra, tanto sono matti tutti e due “.
“ Ma io non voglio andare fra i matti “, osservò Alice.
“ Bè, non hai altra scelta “ , disse il Gatto. “ Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta “ .
“ Come lo sai che sono matta ? “ disse Alice.
“ Per forza “ , disse il Gatto, “ altrimenti non saresti venuta qui “ .
( Carroll L. Alice nel Paese delle Meraviglie )
Ecco la migliore definizione del secondario mondo secondario che invitano ad esplorare il Bianconiglio – Impronte e la sua Redazione … sarà pronto il Lettore – Alice ad attraversare lo specchio… a lasciarsi cadere in uno stato di sospesa e fluttuante curiosità in luoghi della psiche affatto comuni e apparentemente scontati … riusciremo in questo affabulante avvolgimento – coinvolgimento?