Rispecchiamento e interpretazione: riflessioni teoriche e cliniche

“Ambiente e identificazione: alle radici del processo di soggettivazione”

Di Giulia Lollobrigida

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Winnicott, nel suo articolo “La funzione di specchio della madre e della famiglia nello sviluppo infantile”(1967), dopo aver elencato le funzioni che deve assolvere l’ambiente nei primi mesi di vita del bambino (holding, handling, object presenting) si chiede: “Ora a un certo punto viene il momento in cui il bambino si guarda intorno. Che cosa vede il bambino? Che cosa vede il lattante quando guarda il viso della madre?” e risponde “Secondo me ciò che il lattante vede è sé stesso”.

L’autore ipotizza poi che, se i lattanti fanno esperienza ripetuta di guardare il volto della madre e non vedere sé stessi ma di scorgere il volto reale, ci saranno delle “conseguenze”.

Quali sono queste conseguenze?

Ad essere minato è il senso di esistenza del bambino che viene privato di quell’esperienza di corrispondenza che convalida le sue sensazioni, che rappresentano tutta la sua esperienza disponibile. Se è visto, allora esiste. E’ reale. Quel piacere è reale. Quel dolore è reale.

“Quando guardo sono visto, così io esisto.

Ora posso permettermi di guardare e di vedere” (Winnicott, 1967).

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La grande bellezza del cinema

di Donatello Giannino

immagine la grande bellezza Giannino

Il film crea una realtà percettiva propria, su uno schermo che si sovrappone alla realtà “naturale” dell’esperienza abituale, nascondendola e addirittura sospendendola temporaneamente (Petrella, 2009)

Vincitore agli ultimi Golden Globe come miglior film straniero, La Grande Bellezza (2013) di Paolo Sorrentino come un fiume in piena inonda lo spettatore di immagini, scene, frammenti di una esistenza effimera, fatua, ingannevole, amorale, vuota. Continua a leggere